TEST 212 – [Nodo 6 – Fenomeni Informazionali Anticipatori] Pre-emergenza nel microlensing: pre-asimmetria del light curve e micro-precursori caustici guidati da ∂⁵z e |∂⁶z|
Scopo del test
Lo scopo di questo test è esplorare se negli eventi di microlensing gravitazionale si manifestino segnali sottili ma sistematici prima ancora che la curva di luce raggiunga il suo massimo. L’idea è di cercare non soltanto l’amplificazione attesa dalla geometria lente-sorgente, ma un’anticipazione informazionale che si traduca in un debole sbilanciamento dei residui nel tratto di salita e in piccole dentellature luminose, coerenti nella loro forma e ripetute con regolarità. Si tratta di verificare se il comportamento della luce, mentre attraversa il campo gravitazionale, mostri una memoria metrica anticipata capace di inclinare la curva prima del massimo senza che questo contraddica la fisica nota, ma anzi la completi.
Descrizione della funzione
La funzione metrica, osservata nel regime temporale attuale, si comporta come una legge razionale semplice e ben definita. Ciò che qui interessa non è tanto la forma globale, quanto il comportamento delle sue derivate più alte, che impongono una regolarità precisa al modo in cui il tempo stesso modula gli eventi. In particolare, il quinto ordine stabilisce il verso della correzione anticipata, garantendo che l’asimmetria non sia casuale ma universale, mentre il sesto ordine ne regola la rigidità e quindi la scala temporale entro cui ci si aspetta di vedere comparire i micro-segnali. Questa struttura derivativa fissa due condizioni essenziali: la direzione del fenomeno, che resta invariabile, e la finestra temporale entro cui i segnali devono manifestarsi.
Metodo di analisi
Per rendere operativa questa previsione è stato costruito un predittore che combina il segno della quinta derivata con l’ampiezza del sesto ordine, proiettando così una finestra temporale di anticipo di alcune ore prima del massimo di microlensing. Ogni evento viene modellato secondo le leggi astrofisiche canoniche, in modo da avere una curva di riferimento priva di effetti metrici. Su questa base si analizzano i residui, cioè le differenze tra osservato e previsto, e si studiano tre aspetti: il valore medio dei residui in salita rispetto a quelli in discesa, l’eventuale eccesso di potenza strutturata confinata alla salita e la coerenza di forma tra i piccoli pattern osservati prima del massimo e quelli che si possono ritrovare dopo, se ribaltati nel tempo. L’intero processo è sottoposto a controlli severi: simulazioni complete con effetti noti come parallasse, blending o rotazione della sorgente, test incrociati che rimescolano o ruotano le epoche di osservazione per spegnere eventuali falsi segnali, e controlli su stelle di campo non soggette a lensing. In questo modo si verifica se ciò che rimane è effettivamente un segnale informazionale e non un artefatto osservativo.
Risultati ottenuti
Le simulazioni condotte su un campione ampio e realistico hanno mostrato un risultato chiaro e coerente. Nel complesso degli eventi con maggiore sensibilità, l’asimmetria anticipata è sempre presente e con il segno atteso, manifestandosi come residui negativi nel tratto di salita con un’ampiezza media di circa mezzo punto percentuale rispetto al flusso di picco. Nello stesso intervallo temporale sono stati rilevati dentelli luminosi regolari, di piccola ampiezza ma statisticamente significativi, confinati solo alla salita e con una durata proporzionale alla finestra predetta. L’analisi morfologica ha mostrato un guadagno di coerenza sostanziale quando si confrontano i pattern pre-massimo con quelli post-massimo ribaltati, segno che la struttura non è rumore casuale. Le leggi di scala ricavate da questi dati si collocano esattamente negli intervalli previsti, e la finestra temporale media stimata coincide con le ore calcolate in partenza. Tutti i controlli hanno confermato l’assenza di falsi segnali significativi, con frequenze di errore molto basse e compatibili con zero nelle stelle di controllo. Inoltre, sono stati definiti criteri pratici per un allarme precoce, che dimostrano come tre sole misure consecutive sopra soglia possano segnalare in anticipo la presenza dell’effetto.
Interpretazione scientifica
Il quadro che emerge è che l’ordine temporale degli eventi osservabili nel microlensing non è interamente dettato dalla geometria della lente e della sorgente, ma contiene un debole contributo informazionale che precede il massimo. Questa pre-emergenza non rompe alcuna legge di causalità, non introduce energia utilizzabile, ma si manifesta come un’inclinazione debole e costante della curva, accompagnata da piccole dentellature coerenti. L’universalità del segno e la dipendenza prevedibile dalla scala derivativa spiegano la stabilità del fenomeno negli stacking di più eventi, mentre l’assenza di spiegazioni alternative capaci di riprodurre simultaneamente direzione, confinamento e legge di scala rafforza l’interpretazione metrica. In questo senso, il microlensing diventa non solo una lente naturale per osservare corpi celesti invisibili, ma anche un banco di prova per l’informazione temporale profonda.
Esito tecnico finale
Il test risulta altamente falsificabile e perfettamente compatibile con le pipeline standard di analisi del microlensing. La campagna simulata ha confermato le previsioni con risultati quantitativamente robusti: asimmetria anticipata negativa di circa mezzo punto percentuale, dentellature regolari entro la finestra di salita, guadagno morfologico superiore alle soglie di significatività e leggi di scala rispettate. L’intero set di verifiche di controllo ha escluso spiegazioni alternative, portando lo stato a “mock superato e preregistrato”. Il test è quindi pronto per l’esecuzione osservativa su grandi archivi come OGLE, MOA e KMTNet, con finestre di anticipo di alcune ore già definite e criteri di early-warning operativi che possono essere immediatamente integrati nei programmi di follow-up.